L'Ordine dei Giornalisti ti permette di entrare a far parte di un "gruppo" attraverso un tesserino: bordeaux, con il tuo nome in caratteri dorati e con scritto: pubblicista (almeno nel mio caso). Bello, no? Diventi davvero un giornalista, o così dicono.
Requisiti per ottenerlo? Scrivere ed essere pagati per farlo, in modo non occasionale. Quindi, fatemi capire. L'equazione sarebbe: scrivi e ti pagano? Giornalista. Scrivi e non ti pagano? Non sei un giornalista. Mumble, mumble...
Un giorno durante una riunione il diretùr ci disse: "Attenzione quando vi presentate mentre seguite un servizio: non dite che siete giornalisti, non è vero. Non siete nemmeno redattori... insomma voi dite che siete di (...) e fate il servizio".
Allorchè mi alzai dalla mia sediolina e dissi: "Scusa, se dico che faccio le pulizie in redazione, può andare?"
Risate generali. Ma secondo me c'è poco da ridere ragazzi.
1 commento:
diventare oggi giornalisti in Italia (unico Paese insieme al Portogallo a possedere un ORDINE!)significa perdere la libertà. un tesserino da pubblicista? mah.. non so quanto mi possa avvantaggiare. il tesserino da giornalista? carta da cesso - con tutto il rispetto per i bidelli delle scuole! - che offre una marea di vantaggi al prezzo della tua "libera penna"!
mettiamo in chiaro il fatto che si può lavorare in una redazione senza il titolo di giornalista e i giornali scritti meglio sono quelli sulle cui pagine non compaiono giornalisti.
sai, cara federica, non credo più di voler barattare la mia dignità con lo squallido servilismo della CASTA STAMPATA...
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