Virgolette

  • Molto più spesso sappiamo cosa vogliemo assai più di quanto sappiamo come farlo. V. Kandinskij

01 febbraio 2008

Stanchezza comunale

Hola! Oggi post breve con sbadiglio annesso. E' stata una giornata a dir poco campale.
Funziona così questo lavoro: un giorno sei ferma e ti senti in colpa, un giorno capita tutto insieme e devi diventare la sorella simpatica di Padre Pio: una e trina.

Oggi sono andata per la prima volta dentro a Palazzo Marino ( il Comune di Milano per chi non è della zona...nella foto) ad una commissione Trasporti. raticamente era come essere a Telelombardia: c'erano tutti i politici della giunta famosi:-)

E' stato divertente. Non posso "lamentarmi"altrimenti il mio capo se legge mi fa i "predicozzi":-)

Oggi ho saputo che la famiglia che era stata investita domenica scorsa sta bene: sopratutto i bimbi si sono ripresi. E' stato un solievo grande, davvero.

Ho iniziato a leggere La Nausea di Sartre ( parallelamente a Bacialli...): è un libro stranissimo. Sapevo che l'esistenzialismo ti mette degli strani tarli nella testa, che ti fa riflettere... ma qui si esagera:-) Però, vi dirò, non è male.
Prometto che i prossimi post saranno meno "diario di Federica Jones".


31 gennaio 2008

Fini: ne valeva la pena!

Ciao amici lettori vicini e lontani. Mentre ascolto Wish you were here dei Pink Floyd, una delle canzoni d'amore più belle del mondo (dedicatami per la prima volta da un mio ex fidanzato diventato poi gay- non si accettano commenti su questo...:-), dicevo, mentre ascolto, vi aggiorno sulla mie letture. Vi dicevo del libro di Bacialli "La casta stampata"...

A causa del sonno massacrante che mi attanaglia la sera ( unico momento in cui leggo libri scelti da me) sono arrivata solo alla fine dell'introduzione che però credo sarà la parte migliore del libro. Tradotto: vale la pena di comprarlo solo per l'introduzione curata da Massimo Fini ( e qui se Maurino sta leggendo credo sarà contento... lui lo adora! No, no, Mauro non è gay!!)

Non trascrivo tutto il testo (quello che sento è un sospiro di sollievo?) ma riassumo i punti caldi ( Itaaliaaaniii!):

Punto n 1: la maggior parte dei giornalisti sta in redazione e si nutre di internet e agenzie. Niente scarpe consumate, niente angoli delle strade ad aspettare di intervistare la vecchietta di turno ( a proposito, ho preso un freddo tremendo samattina! Mannaggia a me e alle interviste per strada... che tra l'altro pensano sempre che gli voglia vendere le collanine...)

Punto n 2: i giornalisti hanno perso la caratteristica numero due (la uno è la salute) necessaria al Giornalista: la curiosità

Punto n 3: Al Corriere sono in 405 e solo la metà lavora. Si impedisce l'ingresso dei giovani e dei motivati (anche non giovani) capaci. ( Mieli ma che cavolo combini???)

Questo il succo della vicenda. Bravo! ( applausi) Poi Fini dice che i giornalisti sono diventati servi del potere... ma questo lo avevamo già detto.

Ps. visto il servizio tg5 sulla canzone di Modugno? Volare oh oh... MA PERCHE' CI FATE UN SERVIZIO SOPRA??? MIMUUUUUUN RIPRENDITI DAL SONNO DELLA RAGIONE.

30 gennaio 2008

Devozione o manifestazione?


Leggo questo editoriale su Vanity Fair di questa settimana e, a parte l'appello riportato nel titolo, trovo un'interessante spunto di riflessione circa i fatti che si sono verificati dopo la decisione del Papa di non presenziare alla Sapienza. Gad Lerner si domanda quale sia la differenza tra "devozione" e "manifestazione". Mmm quella volpe di Gad...

Nell'articolo il Gad mi sostiene che oramai dobbiamo farci l'abitudine: la manifestazione in piazza S. Pietro del 20 gennaio è il prodromo di una lunga serie anche se in questo modo si manca di rispetto sia alla laicità della politica che all valore delle religione.


Intanto diciamo che la devozione dovrebbe, teoricamente, essere qualcosa di intimo mentre una manifestazione ha di per sè la caratteristica di dover essere esterna, pubblica, evidente. Può esistere una "manifestazione di devozione"? Oppure è un ossimoro? Il Papa si è sentito messo in discussione? Ha dovuto mostrare al mondo che lui ci ha il suo bel pubblico? E ancora. Come mai c'erano dei politici in piazza? Possibile che non siano capaci di rimanere sulla loro poltrona ( a cui tanto hanno aspirato) e, per almeno 5 anni (se durano...), dimostrare la loro devozione (e in molto casi anche la loro assoluta incoerenza) privatamente?

Il maxi schermo in piazza Duomo a Milano per madare in onda l'Angelus del Papa e radunare folle anche nel Nord? Va bene. Se solo il grande schermo lo avessero messo anche quando parlava il Dalai Lama, oppure quando ha parlato Grillo a Bologna... ( tra l'altro... il maxi schermo chi l'ha pagato?). Io lo so: dai proventi dell'Ici sugli immoili della Chiesa! Non possono di certo aver usato i soldi dei contrubuenti per una cosa così "parziale", no?



29 gennaio 2008

Il giornalismo serio

Direttamente da un post apparso oggi su "Voglio scendere" di Peter Gomez ho tratto la seguente citazione (una citazione di una citazione insomma...):

"Oggi, per esempio, dalle colonne del Corriere della Sera, Aldo Grasso ci spiega che non si dovrebbe discutere troppo del caso Sortino. Secondo lui si dovrebbe parlare invece degli straordinari successi di ascolto de "Le Iene" e di "Striscia La Notizia" ottenuti facendo un'informazione «informale, goliardica, che talvolta tende al moralismo e al populismo, e si sottrae quasi sempre alle norme dell'equilibrio e dell'imparzialità, tradizionali cavalli di battaglia del giornalismo "serio"».
Lo stesso Gomez invita ad una discussione e ad un dibattito approfondito a riguardo. Il punto di partenza potrebbe essere: che cosa vuol dire giornalismo serio? Il giornalismo dei contenuti o delle forma? Riotta in giacca e cravatta che dedica 29 sec al servizio sul "v day" di settembre e 1minuto e 30 a due subacquei che battono un guinnes?

Forse qui c'è di mezzo ancora la discussione sul ruolo dei professionisti dell'informazione. Se dici una cosa serissima ridendo diventa meno seria? Se sei vestito da giornalista e annuisci come un bambolotto quando chiama il capo in redazione, sei serio?

Prima di avviare un dibattito guardiamo questo:

28 gennaio 2008

Niente paura... nemmeno il vecchio lo sa

Eccomi, sono in ritardo, sono in ritardo!
Stasera solo una riflessione nata anche grazie alla mail di Francesca (ciao Fra!) che da qualche tempo collabora con me in una redazione.

"L'unica domanda stupida è quella che tieni per te"

La questione del "domandare" in questo lavoro ( scrivere, fare la giornalista dico...) è molto interessante. La prima volta che mi sono posta il problema è stato leggendo un libro meraviglioso e utilissimo di David Randall "Il giornalista quasi perfetto". Randall puntava proprio sulla assoluta necessità di saper chiedere sempre, anche a costo di sembrare stupidi.

Facile a dirsi, ma a farsi... Esempio: conferenza stampa di presentazione di un evento. Sala affollata di grandi firme, telecamere, assessori di rito al banchetto dei microfoni... insomma una roba imbarazzante per chi arriva le prime volte con il taccuino e la penna ( se la trovi... di solito si infila sempre in qualche buco spazio temporale della borsa). Ti guardi intorno: sembra che si conoscano TUTTI. Possibile? Davvero sei l'unica che guarda l'agenda facendo finta di avere delle cose da scriverci sopra per evitare l'imbarazzo?

Mi verrebbe voglia di alzarmi e gridare: "Oh? non c'è nessun altro sfigato in questa stanza??!". Meglio che faccia finta di avere gravi impegni in agenda va...

Davvero Randall pensa che tu, piccola e abbastanza insulsa pulitrice di scale redazionali, possa alzarti e dire (con il microfono, ovvio):" Scusi, ma io non ho capito. L'evento come si chiama?".

Gelo. Noo, non posso farlo... Si, ma non hai capito il titolo! Va bhe lo chiedo in giro, lo cerco su internet... mmmm... se torno e non so il titolo mi spellano viva. Allora tenti: ti giri sulla sedia (che scricchiola, ovviamente, nel silenzio tombale) : "Scusa (i giornalisti si danno del tu. 60 anni? DEL TU! Altrimenti sei ancora più sfigata!), ma come si chiama l'evento?". Il panico scende negli occhi del tuo nuovo amico 60enne. "Ehm.. dunque...( sfoglia nervosamente il taccuino, professionale e nero) mi sa che me lo sono perso..."

Ah ah!!! Allora lo vedi? Ma che cavolo annuivi prima?! A chi sorridevi con la faccia di quello che sapeva anche il numero di telefono di Bush?! Non lo sai! E non lo sai perchè non lo hanno detto. Allora non sono scema io!

Insomma, con il tempo si impara che ha ragione Randall. W Randall. W le sedie che scricchiolano e viva me!:-) Ah... ovviamente la maggior parte delle volte sei scema tu. Se non stai attenta... bhe , cambia mestiere ciccia!