Virgolette

  • Molto più spesso sappiamo cosa vogliemo assai più di quanto sappiamo come farlo. V. Kandinskij

08 febbraio 2008

Cubo ergo sum

Oggi ho comprato il famoso, famigerato, terrificante e addescante CUBO DI RUBIK.

Era un po' di tempo che ci pensavo, non so perchè, ma mi piaceva l'dea di averlo. Oggi una signora cinese ammiccante mi ha glidato, ehm, gridato :" Tu lagazza, compla, compla, compla, cubo". Potevo dire di no?


Lo scarto: tutte le facce sono al loro posto. Bellissimo. Ordinato. Noioso. Mentre salgo sulle scale mobili della metro (tornavo dalla famigerata conferenza fantasma) inizio a scombinarlo. Non sapevo quello che facevo. Perdonala...

Arrivo a casa e mi metto a provare. Tric-trac, tric-tric-trac... mmm... tric-trac-trac-trac...mmmm... tric tric trac trac trac trac traaaac traaac, triii...mmm...Passano 15 minuti e mi accorgo di aver decisamente sottovalutato il mio nemico...

Leggo : "Il cubo può assumere ben 43.252.003.274.489.856.000 combinazioni possibili, di cui solo una è quella corretta." Cosaaaaa?

Poi rifletto: il cubo ha moltissime cose in comune con la mia vita. E' un casino. Non si riesce a risolvere. E' fatta di tanti pezzi diversi. E' più bella disordinata che ordinata.

Forse vuol dire che anche la mia vita non deve per forza "risolversi" nel senso classico del termine... grazie signora cinese:-)






07 febbraio 2008

Errare humanum est...

Ho il raffreddore del secolo. Quella maledetta sala del cinema era troppo calda: il film parlava dell'Alaska e lì dentro ci saranno stati... non so... 35 gradi? Arrgh.
Tant'è. Il muco mi è arrivato al cervello temo, data la performance di alta qualità di stamattina.

Viaggio in metro gocciolando e sfruttando 3 pacchetti di fazzoletti, tanto che le gente mi guardava commossa: no, non sto piangendo ragazzi, tranquilli, ho solo il raffreddore del secolo.

Scendo a S.Babila e con la mia brava cartina da turista cerco Corso Monforte: trovato. A parte il fatto che è moolto più lungo di quanto non risulti sulla mappa, arrivo a Palazzo Isimbardi. Ce l'ho fatta. Entro.

Commesso della Provincia di Milano davanti a me, Penati (presidente) dietro. "Scusi, per la conferenza stampa XXX?". Lo sguardo pieno di panico del commesso mi mette un dubbio. Mi spiago meglio "Ma si, la conferenza con l'assessore Moioli". Il panico continua. Mmm... arriva il commesso più sveglio, scartabella qualche foglio e con un misto tra soddisfazione e cinismo sentenzia: "Signorina? Guardi che ha sbagliato giorno, la conferenza è domani, 8 Febbraio".

Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Con aria finto disinvolta giro i tacchi.

Io e il mio raffreddore torniamo a casa sotto il piacevole sole di questi giorni.

Appunti: comprare calendario più grosso!

06 febbraio 2008

Mi piace la coerenza si, si, si!

Oggi ascolto che:

"Sulla terra siamo solo di passaggio” e per questo i cristiani devono impegnarsi a ”distaccarsi dai beni materiali in gran parte illusori, e a compiere fedelmente il proprio dovere con una costante tensione verso l’alto”. E’ l’esortazione del Papa (...) ( Qui)


... disse Benedetto XVI indossando le sue Prada.
Alloraaa?


04 febbraio 2008

Io... non vendo le collanine!!

Dopo quasi due anni di pulizie ho finalmente trovato il modo giusto per "accattare" le interviste per strada. Sono passata attraverso varie fasi e attraverso vari insuccessi. Va bene, anche attraverso grandi depressioni del tipo "No, ecco, vedi? Non è il mio mestiere, non riesco nemmeno a fare le domande alla gente per strada". Non è che io sia timida, intendiamoci. Il fatto è che la gente ha paura. Teme qualsiasi interferenza con la propria traiettoia di cammino.
Nell'ordine, di solito pensano che:

- gli voglia vendere le collanine

- voglia rifilargli un'enciclopedia

- voglia istruirli sulla via di Geova

- voglia chiedergli soldi ( e qui... potrei anche farlo data la retribuzione da fame...)

Eppure non ho le tipiche caratteristiche fisiche dell'"accattona da strada": niente cani sciolti e con grossi denti al seguito, niente parrucca giamaicana, niente opuscoli simil Mulino Bianco da rifilare. Ma la maggior parte delle volte la gente mi schiva. Fiuuum- fiuum: tipo slalom:-)

Allora avendo capito che la forma è essenziale cosa faccio? Macchina fotografica simil professionale al collo, taccuino in una mano, borsone a tracolla tipo giornalista e frase d'esordio che non lascia tregua: "Buon giorno, SONO UNA GIORNALISTA, posso farle una domanda su..." Mento spudoratamente, dato che per la società civile (sic!) non sono una giornalista... ma così riesco a fare quel lavoro che nelle redazioni "fighe" non si fa più: sentire le gente, consumarsi le scarpine belle.

Eureka!: la gente si ferma eccome! Oddio... un po' di reticenza a farsi fotografare e dare il nome e cognome c'è sempre... ma quando trovi il pensionato chiaccherone, il servizio è fatto!