Virgolette

  • Molto più spesso sappiamo cosa vogliemo assai più di quanto sappiamo come farlo. V. Kandinskij

30 novembre 2008

"Ogni mattina uo oh ed ogni sera ou oh"

Continuo a leggere le mirabolanti avventure di giornalisti entrati nella storia. Il libro si chiama "Tredici giornalsti quasi perfetti" del davvero perfetto David Randal (editore Laterza): lui ha preso 13 casi esemplari di cronisti (c'ha la fissa dei cronisti, anche in "Il giornalista quasi perfetto" sempre Laterza, parla di quelli). Fondamentalmente perchè, se ho capito bene, per Randal il giornalismo non è altro che quello; insomma, il giornalismo vero, dico: andare, vedere, capire, raccontare e, possibilmente, farlo decentemente e senza barare.

Io sono d'accordo. Da quando anche io faccio la "cronista" (ammazzate quante arie...) mi sono resa conto che davvero è questo il vero modo di raccontare alle persone cosa succede. La differenza che c'è tra vedere un fatto (ma anche una conferenza, più banalmente anche se meno divertente) e scriverne, e leggere un comunicato e scrivere è talmente abissale che nessuno la può mettere in dubbio. E poi, diciamolo, c'è molto più gusto.

Torniamo al punto: dicevo dei cronisti esemplari. La storia è questa: la maggior parte di questi /e ha vissuto una vita incasinatissima, molti non hanno nemmeno fatto l'università, alcuni nemmeno il liceo (teniamo anche conto del fatto, per amor del vero, che alcuni degli esempi sono datati fine '800) eppure sono risuciti ad entrare in grandi redazioni, a far valere il loro talento (loro che ce lo avevano). Insomma, leggo sempre favole bellissime, condite con parecchi casini sparsi- famiglie sfasciate, penne salvate all'ultimo nel bel mezzo di una guerra, porte in faccia a go go...). Queste "favole", che leggo la sera prima di addrmentarmi come un tarlucco, mi fanno sentire meglio, mi sembra di sentirmi meno "sfigata", meno incompresa. Ce la posso fare anche io- penso- che forse (anzi sicuramente) quel talento fuori misura non ce lo ho, però un po' di capa tosta sì...

Poi mi seveglio la mattina e mi sembra davvero tutto troppo impossibile, non ce la farò mai, e molto proabilmente finirò con il dover accettare amaramente la decisione di cambiare strada, quanto meno per riuscire a mantenermi in modo dignitoso...

Però, poi, torna la sera...mi rimetto a leggere...e il coraggio di abbandonare il mio sogno, io proprio non ce l'ho.

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